Mappa del parco
Foto di Andrea Colleoni - GFS
Come funziona un mulino?
I mulini ad acqua si diffondono in epoca medievale. Sorgono sulle rive dei fiumi, dove c’è un certo dislivello d’acqua. A monte del mulino, uno sbarramento artificiale serve a convogliare l’acqua del fiume in un canale artificiale: la gora, che la porta alla ruota a pale. Per regolare la velocità della ruota si usa la saracinesca della chiusa, che aumenta o riduce il flusso dell’acqua.
Lungo il corso del Lambro le ruote erano di solito alimentate da sotto, perché sfruttavano piccoli salti d’acqua.
La ruota è fissata a un asse che trasmette il movimento rotatorio a un sistema di ingranaggi a ruote dentate. Da qui il movimento è trasferito alle varie macchine: macine da grano, frantoi per semi da olio, pompe idrauliche per torchi, seghe per tronchi, magli per forgiare il ferro, filatoi ecc.
In Lombardia si macinava… eccome!
In Lombardia i mulini idraulici per macinare granaglie hanno avuto grande fortuna: i fiumi avevano tutte le caratteristiche necessarie, la coltivazione di cereali era molto diffusa e gli insediamenti umani consistenti garantivano una domanda di farine costante ed elevata.
La pietra per macinare il grano in latino si chiama “molaâ€. Da qui “molendinumâ€, “molino†o “mulinoâ€. Per le macine si usano pietre molto dure. In Lombardia si usavano le “puddingheâ€, pietre conglomerate sedimentate come il “ceppo†della valle del Lambro.
Le aree lungo il corso del fiume Lambro furono le prime a far funzionare questi impianti. A partire dal VII secolo iniziò tra l’uomo, le macchine e il fiume una collaborazione proficua destinata a durare fino al ’900. Il risultato fu una fitta rete di mulini, chiuse, canali e rogge, oggi in parte ancora presenti a testimonianza dell’ingegno, della fatica e dell’operosità dell’uomo.
Frazione di Occhiate. Fotografia tratta dal libro Cascine di Sesto, di Renzo Macchi e Athos Geminiani, Gelmi Edizioni d'Arte.
Il “molino da grano ad acqua†di Occhiate
Il Mulino di Occhiate è citato, insieme al nome dell’arcivescovo Ariberto da Intimiano, in un documento del 1042. E con ciò possiamo considerarlo il più antico della provincia di Milano, e uno dei pochi rimasti lungo il Lambro.
La località di Occhiate si trova nel comune di Brugherio. Era chiamata Octavo perché situata all’ottavo miglio della strada che da Porta Nuova a Milano raggiungeva Monza, costeggiando in parte la riva del Lambro. Al sesto miglio sorgeva un altro piccolo insediamento, poi battezzato Sesto San Giovanni.
Questi erano luoghi dove i pellegrini potevano ristorarsi. Alla Cascina di Occhiate, in realtà , si scambiavano prodotti e generi alimentari. Si trattava di un vero punto d’incontro, dove acquistare o barattare la merce al mercato.
Il Mulino di Occhiate è un antico fabbricato a due piani, parallelo alla derivazione d’acqua. Si tratta di un "molino da grano ad acqua" con due ruote, una in legno e l’altra in metallo immerse nella roggia Molinara (o Mornera) generata dal Lambro, dove la roggia si riversa nuovamente, arrivando a sfiorare il comune di Cologno Monzese. Un tempo la roggia si divideva per l’irrigazione, mentre ora è utilizzata per scaricare nel Lambro le acque reflue del depuratore del Consorzio di Bonifica Alto Lambro, riattivato nel 1987.
Il Mulino è in buono stato di conservazione ed è tuttora funzionante e usato a scopo didattico.
E’ stato ampliato in epoche diverse. La pianta attuale ingloba il fienile, le stalle e le cascine, che servono da magazzino. La struttura originaria è costituita da pilastri e muratura in mattoni pieni e travi in legno, irrobustita con putrelle in ferro. I pilastri di sostegno esterni della balconata sono in mattoni pieni con zoccolatura in ceppo di fiume.
Foto di Andrea Colleoni - GFS
Qualche proposta
La terza domenica del mese di settembre qui si svolge il Palio delle Oche, che unisce buon cibo e divertimento: polenta fatta con la farina del mulino e gustose salamelle alla griglia, balli sull'aia e pesca di beneficenza.
Se vi piace andare per mulini, ce ne sono altri dislocati lungo il Lambro.
Nel tratto a nord, dalla sorgente a Monza, la cosiddetta “valle dei muliniâ€, sono una trentina gli impianti sopravvissuti, ma la maggior parte è in uno stato di forte degrado o ha subito pesanti ristrutturazioni, e, oltre al Mulino di Occhiate, solo tre sono in funzione: il Mulino Folletta di Biassono, il Mulino dei Mauri di Asso e il Mulino Peregallo di Briosco.