Mappa del parco
Foto storica di Santa Maria Nascente, tratta dal libro Cassina de' Gatti: la parrocchia e la sua storia, di Vasco Pasqualini, con la collaborazione di Athos Geminiani, Maurizio Recalcati ed Enrico Piazza
Anche questa non sopravvisse: agli inizi del ‘900 don Rotondi la fece abbattere e costruì la Chiesa di Santa Maria Nascente, esempio di neoromanico lombardo.
Decorazione in marmo a Santa Maria Nascente. Fotografia tratta dal libro Cassina de' Gatti: la parrocchia e la sua storia, di
Vasco Pasqualini, con la collaborazione di Athos Geminiani, Maurizio
Recalcati ed Enrico Piazza
Dell’antico oratorio sopravvisse solo un dipinto della Vergine, oggetto di grande devozione popolare perché considerata miracolosa. L’immagine fu posta in una cappella. Nel 1910 don Rotondi acquistò il terreno su cui sorgeva e la cappella diventò un santuario. La costruzione fu modificata negli anni ’60. Furono aggiunte due navate, le finestre policrome, il timpano in facciata: il santuario assunse il suo aspetto attuale.
A questo luogo gli abitanti di Cascina Gatti sono molto affezionati. Forse perché è sempre stato il punto di riferimento delle feste celebrate nel mese di maggio, con trofei di fiori appesi al soffitto del porticato. Forse perché qui fanno capo pellegrinaggi legati al culto della Madonna e al dipinto della Vergine.
Il dipinto della Vergine. Fotografia tratta dal libro Cassina de' Gatti: la parrocchia e la sua storia, di
Vasco Pasqualini, con la collaborazione di Athos Geminiani, Maurizio
Recalcati ed Enrico Piazza
Di quest’opera si sa in effetti molto poco. Se ne ricostruisce a fatica la storia attraverso le citazioni nei documenti antichi. Ma i dubbi sono molti. Era in origine un affresco? Era un dipinto su una tavola di legno? L’immagine doveva trovarsi davanti a un “altare dei miracoliâ€, dove i fedeli deponevano statuette in cera e oggetti votivi per chiedere aiuto o esprimere riconoscenza. Forse era la pala dell’altare stesso. Forse invece decorava la parete della cappella dietro l’altare, e l’affresco fu staccato e applicato alla tavola di rovere di Slavonia. Di certo aveva dimensioni maggiori delle attuali: ciò che vediamo oggi è un frammento. E anche molto danneggiato. Però, nonostante i danni del tempo e delle intemperie, il viso ovale della Vergine conserva un’espressione di grande dolcezza. L’incarnato è delicato, gli occhi scuri a mandorla. La Madonna è avvolta da un manto azzurro. La veste è bianca e damascata in oro. Sul capo la Vergine ha un’aureola dorata in rilievo.
Quanto all’autore, le ipotesi sono varie: il dipinto è stato attribuito alla scuola bizantina, alla scuola umbra del ’400, a Michelino da Besozzo, uno tra i maggiori esponenti del gotico internazionale, alla bottega degli Zavattari, una famiglia di famosi pittori che operò nel Milanese nel ’400. Chiunque ne sia l’autore, questo frammento è un capolavoro.
Il Santuario come appare oggi. Fotografia tratta dal libro Cassina de' Gatti: la parrocchia e la sua storia, di
Vasco Pasqualini, con la collaborazione di Athos Geminiani, Maurizio
Recalcati ed Enrico Piazza
Quella che si vede oggi nel Santuario è una copia e l’originale viene esposto solo in occasioni particolari.